Il microbiota intestinale: 5 cose che devi assolutamente sapere!

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Il microbiota intestinale è uno degli argomenti più discussi e affascinanti della scienza moderna. Ma cosa si cela davvero dietro questo termine sempre più presente nei discorsi su salute, alimentazione e benessere? In questo articolo scopriremo cinque fatti fondamentali sul microbiota intestinale che ogni persona dovrebbe conoscere. Un viaggio tra miliardi di microrganismi che abitano il nostro corpo, con risvolti sorprendenti per la salute fisica e mentale.

1. Cos’è il microbiota intestinale?

Con il termine microbiota si intende l’insieme di tutti i trilioni di microrganismi che vivono nel nostro corpo senza danneggiarlo; dai batteri, ai funghi, ai protozoi e persino i virus. In ogni individuo ci sono più di 100 trilioni di microrganismi, numero ben maggiore delle cellule che costituiscono il nostro corpo.

Il nostro corpo è letteralmente “ricoperta” dal microbiota. Difatti oltre al microbiota intestinale, tali microrganismi sono presenti sulla pelle, nella bocca, a livello degli organi genitali, nei capelli ma anche nei polmoni.

Ma la cosa più sorprendente di tutte è che ogni individuo presenta un ecosistema unico, influenzzato da fattori genetici, ambientali, dietetici e farmacologici. Ma non solo, ormai innumerevoli studi hanno dimostrato come il microbiota si formi a partire dalla nascita e di come ciò che succede possa influenzare il suo sviluppo.

Come indicato anche sul sito dell’Istituto di ricerca Mario Negri (https://www.marionegri.it/magazine/microbiota).

“Il microbiota intestinale è il più esteso (rappresenta circa il 70% del totale): qui vivono oltre 400 specie differenti di microrganismi. Il microbiota di ogni individuo è esclusivo e rappresenta, quindi, una vera e propria impronta biologica, capace di contraddistinguerci gli uni dagli altri.”

Questi microrganismi non sono semplici ospiti all’interno dell’individuo ma hanno diversi ruoli attivi: come nella digestione, nella produzione di vitamine (come la vitamina K e alcune del gruppo B), nella regolazione del sistema immunitario e nella protezione contro agenti patogeni. Alcuni studiosi lo considerano addirittura un “organo invisibile” per la sua importanza fisiologica.

Prima di procedere a parlare del microbiota occorre però fare una doverosa precisazione perchè esiste un’altro termine che ormai si sente nominare con sempre più frequenza e con cui spesso si fa confusione: MICROBIOMA.

Microbiota e microbioma non sono in alcun modo sinonimi tra loro. Mentre, come indicato in questo paragrafo, il termine microbiota indica i microrganismi che vivono all’interno di ogni individuo; col termine microbioma si fa rimento al patrimonio genetico del microbiota, ovvero al suo DNA e RNA.

2. Il microbiota si forma alla nascita (e cambia nel tempo)

Diversi studi hanno ormai affermato che il microbiota intestinale inizia a formarsi durante l’epoca fetale, durante la quale il microbiota uterino materino influenza lo sviluppo del microbiota intestinale trasferendogli le prime componenti microbiche, attraverso dei meccanismi che sono ancora in fase di studio. (https://microbioma.it/pediatria/allattamento-al-seno-e-latte-artificiale-quali-effetti-sul-microbiota-intestinale/#:~:text=Lactobacillus%20spp.-,Allattamento%20al%20seno:%20gli%20effetti%20sul%20microbiota,due%20o%20pi%C3%B9%20comunit%C3%A0%20distinte.)

Ma non solo. Nei primi mesi di vita il fattore principale che va ad influenzare il microbiota e la sua formazione è il tipo di allattamento. Oltre agli ormai innumerevoli benefici dell’allattamento al seno esclusivo prolungato oltre i sei mesi, come indicato dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS); innumerevoli studi hanno ormai dimostrato come il latte materno non sia sterile ma sia dotato di un vero e proprio microbiota specifico e differente da donna a donna.

Ma questo è solo l’inizio. Il microbiota continua a modificarsi negli anni cambiando in risposta a stimoli come:

  • alimentazione (diete ricche di fibre vs. diete ad alto contenuto proteico e grassi)
  • uso di antibiotici
  • stress cronico
  • infezioni

Inoltre, con l’invecchiamento, la diversità del microbiota tende a diminuire, e questo può essere associato a un aumento del rischio di malattie croniche e infiammatorie.

3. Un microbiota sano è sinonimo di salute

L’intestino rappresenta l’organo fondamentale del nostro corpo in quanto in esso avviene la sintesi di numerose sostanze essenziali, ma non solo, nell’intestino risiede il sistema immunitario. Ecco perchè un intestino che lavora bene e quindi che ha un microbiota equilibrato e diversificato è cruciale per il benessere generale.

Ecco perchè una alterazione della flora intestinale e quindi del suo microbiota è collegata a diverse problematiche:

  • disturbi gastrointestinali (gonfiore, stitichezza, diarrea)
  • intolleranze alimentari
  • infiammazioni croniche
  • alterazioni del sistema immunitario

Ma non è tutto. Studi recenti hanno evidenziato un legame tra disbiosi intestinale e patologie complesse come:

  • obesità e diabete di tipo 2
  • disturbi neuropsichiatrici come la depressione (la serotonina è sintetizzata nell’intestino)
  • malattie autoimmuni (come la celiachia)

Sempre più studi stanno affermando come l’intestino, o meglio come l’alterazione del microbiota sia alla base di svariate tipologie anche di tipo cronico. E’ facile comprendere come in questo quadro gli studi a riguardo stanno assumendo un importanza sempre maggiore. Anche a fronte di possibili scenari di terapie future.

La chiave per mantenere un microbiota sano risiede soprattutto nella dieta: un’alimentazione varia e bilanciata ma soprattutto la limitazione di alimenti ultra-processati e cibo spazzatura.

4. L’asse intestino-cervello: un dialogo continuo

Uno degli aspetti più affascinanti dello studio del microbiota è la scoperta dell’asse intestino-cervello, ovvero la connessione bidirezionale tra il sistema nervoso centrale e quello enterico (il sistema nervoso dell’intestino).

I batteri intestinali producono e modulano neurotrasmettitori fondamentali come:

  • serotonina (coinvolta nella regolazione dell’umore)
  • dopamina (motivazione, piacere)
  • GABA (relax e riduzione dell’ansia)

Questo spiega perché alterazioni del microbiota possono avere effetti sul comportamento e sulla salute mentale. Alcuni studi hanno evidenziato che l’assunzione di specifici probiotici può contribuire a migliorare sintomi di ansia e depressione, aprendo ovviamente nuove frontiere alla ricerca scientifica.

In pratica, la salute mentale passa anche dall’intestino.

5. Probiotici, prebiotici e postbiotici: cosa sono davvero?

Nel mercato della salute intestinale abbondano prodotti con etichette come probiotico, prebiotico e postbiotico. Ma cosa significano questi termini?

  • Probiotici: microrganismi vivi che, se assunti in quantità adeguate, conferiscono benefici alla salute dell’ospite. Li troviamo in yogurt, kefir, kimchi, crauti, kombucha.
  • Prebiotici: sostanze (come fibre e oligosaccaridi) che nutrono selettivamente i batteri benefici del nostro intestino. Presenti in alimenti come aglio, cipolla, banana acerba, cicoria.
  • Postbiotici: metaboliti e sostanze bioattive prodotti dai batteri durante la fermentazione. Anche se non sono vivi, possono avere effetti positivi sull’organismo (es. acidi grassi a catena corta).

E’ bene ricordare una informazione fondamentale: non tutti i probiotici sono uguali e soprattutto non tutti i probiotici hanno la medesime funzione. E’ bene tenere a mente questa nozione la prossima volta che compriamo dei “fermenti lattici”. Il nostro intestino è lungo circa sette metri e ogni porzione è colonizzata da diversi batteri che ovviamente cambiano da porzione a porzione. Ecco perchè la variabilità dei ceppi è fondamentale per andare a ripristinare la flora intestinale nella maniera più completa.

Anche in questo caso lasciati consigliare dal tuo farmacista di fiducia quale prodotto fa al caso tuo.

6. Il microbiota e la medicina del futuro

Negli ultimi anni, il microbiota intestinale ha conquistato un ruolo centrale anche nella ricerca biomedica e nelle prospettive della medicina personalizzata. Sempre più studi indicano che l’analisi del microbiota potrebbe diventare uno strumento diagnostico per prevedere la predisposizione a determinate malattie o per personalizzare trattamenti terapeutici.

Ad esempio, i trapianti di microbiota fecale (FMT – Fecal Microbiota Transplantation) sono già utilizzati con successo nel trattamento di infezioni da Clostridioides difficile, resistenti agli antibiotici. Ma il potenziale di questa tecnica potrebbe estendersi anche ad altre patologie croniche, dall’obesità alla sindrome dell’intestino irritabile, fino ad alcune malattie neurologiche.

Inoltre, alcune startup biotecnologiche stanno sviluppando farmaci microbiota-based, ovvero terapie che agiscono direttamente sul profilo microbico dell’individuo, per ristabilire l’equilibrio intestinale e migliorare la risposta dell’organismo.

Tutto ciò lascia intravedere un futuro in cui la cura e la prevenzione passeranno anche da una “mappa” del nostro ecosistema microbico.

Conclusioni: perché conoscere il tuo microbiota fa la differenza

Il microbiota intestinale non è solo una moda del momento. Rappresenta una rivoluzione scientifica nel modo in cui intendiamo la salute. Non parliamo più solo di dieta o genetica, ma anche di ecosistemi microbici che vivono in simbiosi con noi.

Conoscere il microbiota, poterlo analizzare e imparare a sfruttarlo per alcune patologie croniche rappresenta la sfida del futuro in campo medico e scientifico.

Anche noi possiamo e dobbiamo impararne il valore fondamentale e aiutarlo grazie ad uno stile di vita sano, una dieta equilibrata e una corretta integrazione.

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