Di Francesca Favaro
L’importanza di individuare l’Alzheimer in anticipo
Immagina di poter prevedere la comparsa di una demenza neurodegenerativa molti anni prima che emergano i segni evidenti, come i tipici vuoti di memoria. Riconoscere precocemente la malattia è fondamentale per intervenire tempestivamente, pianificare il supporto necessario e adottare trattamenti in grado di rallentare il decadimento cognitivo. Oggi, innovazioni diagnostiche come il test olfattivo e l’analisi del fosfo-tau stanno rivoluzionando le modalità di individuazione di questa patologia. In questo articolo esamineremo due approcci promettenti: una prova olfattiva remota e un’analisi dei biomarcatori nel sangue, strumenti che rappresentano prospettive all’avanguardia per una diagnosi anticipata della forma più comune di demenza.
È importante precisare che, al momento, il test olfattivo AROMHA Brain Health Test (ABHT) è stato validato su popolazioni anglofone e ispanofone; non risultano evidenze documentate di una sua specifica validazione su gruppi di pazienti italiani. Tuttavia, la struttura del test e la sua modalità di somministrazione remota lo rendono facilmente adattabile anche in italiano in futuro.
Cos’è l’Alzheimer?
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce il cervello, causando una progressiva perdita di memoria e di altre funzioni cognitive. Con il passare degli anni, la capacità di ricordare eventi recenti, riconoscere volti familiari e orientarsi nello spazio diminuisce, influenzando notevolmente le attività quotidiane. Sebbene attualmente non esista una cura definitiva, la diagnosi precoce è fondamentale per adottare trattamenti e strategie volte a rallentare il decorso della malattia e a migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
Sintomi e progressione dell’Alzheimer
Nei primi stadi, i sintomi più evidenti sono legati alla memoria: difficoltà nel ricordare informazioni recenti, nel seguire conversazioni o nel trovare le parole giuste. Tuttavia, con il progredire della malattia, i sintomi si ampliano e coinvolgono altre funzioni:
- Declino cognitivo: Oltre alla perdita di memoria, le persone possono manifestare difficoltà nel pensare, giudicare e risolvere problemi.
- Compromissione delle funzioni motorie: Nel tempo, il decorso dell’Alzheimer porta a un progressivo deterioramento del controllo motorio. Ciò significa che il paziente perde gradualmente la capacità di muoversi autonomamente, di mantenere l’equilibrio o di eseguire compiti quotidiani come vestirsi, mangiare e fare la doccia.
- Alterazioni del linguaggio e della comunicazione: Si osserva un peggioramento nella capacità di esprimersi e comprendere ciò che viene detto, rendendo sempre più difficile la comunicazione con familiari e amici.
- Cambiamenti comportamentali e psichiatrici: Oltre ai problemi cognitivi, spesso insorgono ansia, depressione, irritabilità e talvolta comportamenti aggressivi o di confusione estrema.
- Perdita di autonomia: In stadi avanzati, l’Alzheimer colpisce profondamente tutte le attività quotidiane, costringendo il paziente a dipendere completamente dall’assistenza esterna per le necessità basilari.
Comprendere questi sintomi e la loro progressione è importante: non si tratta solo di una perdita di memoria, ma di un deterioramento globale delle funzioni che influenza ogni aspetto della vita. Con una diagnosi precoce, infatti, si può iniziare a pianificare un supporto adeguato per rallentare questi processi e migliorare la gestione della malattia.
L’olfatto: un segnale precoce dell’Alzheimer
Il nostro senso dell’olfatto è strettamente collegato al cervello. Probabilmente hai notato come determinati odori – ad esempio il profumo di biscotti appena sfornati o di un prato tagliato – riescano a evocare ricordi intensi. Questo perché le aree cerebrali responsabili dell’elaborazione degli odori sono intimamente collegate a quelle che gestiscono l’apprendimento e la memoria. Nell’Alzheimer, queste regioni sono tra le prime a subire alterazioni patologiche: studi hanno dimostrato che i circuiti olfattivi iniziano a manifestare cambiamenti prima ancora che compaiano i sintomi della perdita di memoria. Così, anche una lieve riduzione della capacità olfattiva può costituire un prezioso campanello d’allarme precoce.

AROMHA: una prova olfattiva remota e non invasiva
La particolarità di questa prova è la possibilità di eseguirla comodamente da casa e di ottenere risultati in tempi rapidi tramite un’applicazione web. Il test olfattivo Alzheimer AROMHA valuta principalmente quattro aspetti:
Identificazione: capacità di riconoscere correttamente un odore scegliendo da una serie di opzioni.
Discriminazione: capacità di distinguere se due odori sono identici o differenti.
Memoria: capacità di ricordare un odore precedentemente presentato e riconoscerlo successivamente.
Percezione dell’intensità: valutazione della forza dell’odore, dato che questa percezione tende a diminuire con l’avanzare dell’età.
È importante sottolineare che il test è stato progettato per essere estremamente semplice e veloce; in media dura circa 30 minuti e i risultati vengono forniti immediatamente tramite l’applicazione web. Grazie a questa modalità remota, il test rappresenta una delle innovazioni diagnostiche Alzheimer che può essere facilmente somministrata anche a distanza, aumentando la portata dello screening.
Il test del fosfo-tau nel sangue: perché prendere in considerazione questa proteina?
Livelli elevati di fosfo-tau nel sangue sono considerati un segnale precoce dei processi patologici in atto nel cervello, rendendo questa proteina un biomarcatore utile per individuare in anticipo la malattia. Quando si parla di fosforilazione della proteina tau, ci si riferisce al processo mediante il quale vengono aggiunti gruppi fosfato alla tau. Questa modifica altera la struttura naturale della tau, compromettendone la capacità di stabilizzare i microtubuli – le strutture essenziali per il corretto funzionamento dei neuroni. In condizioni di eccessiva fosforilazione la tau tende ad aggregarsi in gruppi anomali, un tratto distintivo dell’Alzheimer. Di conseguenza, l’analisi dei livelli di fosfo-tau nel sangue rappresenta una tecnica innovativa per la diagnosi precoce dell’Alzheimer.

Perché puntare sulla diagnosi precoce dell’Alzheimer?
Intervenire nelle fasi iniziali della malattia consente di adottare strategie terapeutiche e comportamentali più efficaci. Il rilevamento anticipato tramite strumenti come il test olfattivo e l’analisi del fosfo-tau offre numerosi vantaggi:
- Interventi tempestivi: trattamenti farmacologici e modifiche dello stile di vita possono essere introdotti per rallentare la progressione della malattia.
- Pianificazione e supporto: il tempo guadagnato permette a pazienti e famiglie di organizzare il supporto necessario e prepararsi a eventuali cambiamenti nella vita quotidiana.
- Ottimizzazione delle risorse sanitarie: uno screening precoce indirizza esami più invasivi e costosi solo ai soggetti che ne hanno effettivamente bisogno.
- Riduzione dell’impatto socio-economico: considerando l’enorme peso economico e sociale dell’Alzheimer, una diagnosi anticipata contribuisce a contenere i costi sanitari e a migliorare la qualità della vita.
Questi approcci innovativi, che uniscono il test olfattivo e l’analisi dei biomarcatori, sono fondamentali per individuare il danno cerebrale nelle fasi iniziali, prima che l’Alzheimer si manifesti in modo clinico e irreversibile.
Conclusioni
Le tecnologie emergenti stanno aprendo nuove strade per monitorare la salute cerebrale. Sia attraverso una semplice prova olfattiva eseguibile da casa, sia mediante l’analisi di specifici biomarcatori nel sangue, ci stiamo avvicinando a strumenti capaci di individuare precocemente i segni delle patologie neurodegenerative. Queste strategie diagnostiche, che uniscono innovazione e semplicità, offrono l’opportunità di intervenire tempestivamente, migliorando la prevenzione e riducendo l’impatto sul singolo paziente e sull’intero sistema sanitario. Grazie a queste nuove prospettive, possiamo sperare in un futuro in cui le terapie preventive siano in grado di modificare radicalmente il decorso di una delle forme più diffuse di demenza.
PhD in Medicina, esperta in divulgazione scientifica, creatrice e scrittrice di contenuti per PyDeSalud.com.
Francesca Favaro