L’HIV è ancora un tema tabù in Italia, nonostante i grandi progressi nella prevenzione, nella diagnosi e nelle terapie disponibili. La sieropositività continua a spaventare, spesso a causa della disinformazione o di stereotipi superati. Eppure, oggi, grazie alla terapia antiretrovirale (ART), chi convive con il virus può condurre una vita lunga, sana e attiva, senza rischio di trasmetterlo se la carica virale è non rilevabile.
In questo articolo, esploreremo come avviene la trasmissione dell’HIV, perché la carica virale è un indicatore cruciale, e quali sono le strategie di prevenzione dell’HIV più efficaci, come la PrEP, la PEP e altre forme di protezione. L’obiettivo è fornire informazioni aggiornate, corrette e accessibili per contribuire a superare lo stigma che ancora oggi circonda questo tema.
Nonostante i grandi progressi scientifici, la sieropositività rimane un tema tabù. Molte persone associano ancora l’HIV alle immagini degli anni ’80 e ’90, quando l’epidemia era fuori controllo e l’AIDS era una condanna a morte.
Oggi, però, la realtà è profondamente cambiata. Chi riceve una diagnosi in tempo utile e inizia subito la terapia ART può mantenere uno stato di salute ottimale e convivere con il virus senza metterne a rischio la propria vita né quella degli altri. La scienza ha trasformato l’HIV da una malattia temuta e incompresa a una condizione cronica gestibile, aprendo nuove prospettive di salute, autonomia e dignità.
Sieropositività: come si contrae l’HIV e perché può restare latente nel corpo?
L’HIV, virus dell’immunodeficienza umana, si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto con fluidi corporei infetti, come il sangue, lo sperma, le secrezioni vaginali e, in alcuni casi, il latte materno. Le modalità di contagio più comuni includono rapporti sessuali non protetti con una persona sieropositiva che non segue una terapia antiretrovirale efficace, che può ridurre significativamente la carica virale. Un’altra via di trasmissione frequente è rappresentata dalla condivisione di aghi o siringhe contaminati, in particolare tra persone che fanno uso di sostanze iniettabili.
L’HIV può inoltre essere trasmesso dalla madre al figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento, se non viene avviato un trattamento adeguato. Anche le trasfusioni di sangue infetto erano una causa rilevante in passato, ma oggi sono estremamente rare nei paesi in cui esistono controlli sanitari rigorosi e screening accurati delle donazioni.
Una volta entrato nell’organismo, l’HIV attacca i linfociti CD4, cellule cruciali per il sistema immunitario. Il virus può rimanere latente per anni, integrandosi nel DNA delle cellule ospiti e replicandosi lentamente. Durante questa fase asintomatica, una persona può non mostrare sintomi evidenti, ma il virus continua a danneggiare il sistema immunitario. Senza trattamento, la progressiva diminuzione dei CD4 espone l’organismo a infezioni opportunistiche e malattie gravi.
Perché la carica virale è importante?
La carica virale rappresenta la quantità di HIV presente nel sangue di una persona infetta. È uno dei principali indicatori della progressione dell’infezione e dell’efficacia della terapia. Dopo il contagio, nelle prime settimane, la carica virale aumenta rapidamente, rendendo la persona molto contagiosa. Con il tempo e in assenza di trattamento, il sistema immunitario si indebolisce progressivamente. Tuttavia, con l’inizio della terapia antiretrovirale (ART), i farmaci bloccano la replicazione del virus, facendo diminuire drasticamente la carica virale.
L’obiettivo della terapia è proprio raggiungere una carica virale “non rilevabile”, ovvero talmente bassa da non poter essere misurata dai test standard. Questo stato consente di vivere in salute, prevenire complicazioni e abbattere il rischio di trasmissione. Per questo motivo, il monitoraggio costante della carica virale tramite analisi del sangue è fondamentale per chi vive con l’HIV.
Cos’è U=U? L’HIV oggi: stigma e realtà della trasmissione sessuale tra MSM e eterosessuali
U=U sta per “Undetectable = Untransmittable” (Non rilevabile = Non trasmissibile). Quando la carica virale scende a livelli non rilevabili, la persona con HIV non può trasmettere il virus ai partner. Grazie alla terapia ART, le persone sieropositive con carica virale non rilevabile possono vivere in salute senza preoccupazioni per la trasmissione del virus.
Per raggiungere e mantenere lo stato di “non rilevabile”, è fondamentale:
- Adesione costante alla terapia ART: Assumere i farmaci prescritti quotidianamente senza interruzioni.
- Monitoraggio regolare della carica virale: Effettuare controlli periodici per assicurarsi che la carica virale rimanga sotto la soglia di rilevabilità.
- Consultazioni mediche regolari: Collaborare con il proprio medico per gestire la terapia e affrontare eventuali effetti collaterali o complicazioni.
Il principio U=U ha avuto un impatto significativo nella lotta contro lo stigma associato all’HIV, promuovendo una maggiore consapevolezza e accettazione delle persone sieropositive.
Il concetto di U=U rappresenta una vera rivoluzione culturale. Non solo riduce la trasmissione, ma aiuta a cambiare la percezione pubblica della sieropositività, combattendo pregiudizi ancora diffusi nella società.
Perché si parla di “200 copie/ml”?
La carica virale dell’HIV si misura in “copie per millilitro di sangue” e rappresenta un parametro fondamentale per monitorare l’efficacia della terapia e il rischio di trasmissione. Se il valore scende sotto la soglia di 200 copie/ml, si considera che il virus sia “non rilevabile” nei test standard. Questo livello rappresenta un punto di svolta nella gestione dell’HIV, poiché è scientificamente dimostrato che, al di sotto di questa soglia, il rischio di trasmettere il virus attraverso rapporti sessuali è praticamente nullo. Studi internazionali su migliaia di casi hanno confermato l’affidabilità di questo principio.
Non si tratta solo di un dato clinico: è anche uno strumento potente per abbattere paure e pregiudizi legati alla sieropositività. Conoscere e comprendere cosa significa avere una carica virale non rilevabile è fondamentale per migliorare la qualità della vita delle persone con HIV e ridurre lo stigma ancora diffuso nella società.
Quali prove scientifiche dimostrano l’efficacia della ART?
Studi scientifici su migliaia di coppie sierodiscordanti (dove un partner è sieropositivo e l’altro no) hanno confermato l’efficacia della terapia ART nel prevenire la trasmissione. Ad esempio gli studi HPTN 052 e PARTNER hanno rappresentato tappe fondamentali nella comprensione dell’efficacia della terapia ART nella prevenzione della trasmissione dell’HIV. Qui te li spiego:
• Studio HPTN 052 (2005-2015): ha dimostrato che iniziare presto la terapia riduce la trasmissione del 93%.
• Studio PARTNER (2010-2018): ha monitorato 77.000 rapporti sessuali tra coppie sierodiscordanti, senza registrare trasmissioni quando la carica virale era sotto le 200 copie/ml.
Questi risultati confermano che, se la terapia è assunta con costanza e monitorata adeguatamente, la trasmissione del virus può essere totalmente evitata. La ART non è solo un trattamento medico, ma anche un potente strumento di prevenzione e una chiave per abbattere lo stigma sociale ancora presente.
Perché lo stigma sull’HIV persiste oggi? Analisi della sieropositività e dell’epidemia
Le infezioni da HIV, dopo un calo tra il 2012 e il 2020, sono tornate ad aumentare negli ultimi tre anni, con la trasmissione sessuale che rappresenta oggi la principale via di contagio. La trasmissione endovenosa è ora una percentuale molto bassa (3,4%).
Oggi: stigma e realtà della trasmissione sessuale tra MSM e eterosessuali

Sieropositività e stigma
Nonostante i grandi progressi scientifici, persiste ancora uno stigma che associa erroneamente l’HIV esclusivamente agli uomini che fanno sesso con uomini (MSM), come se le persone eterosessuali ne fossero immuni. I dati del 2023 dimostrano invece che la trasmissione riguarda tutta la popolazione: il numero più elevato di diagnosi è attribuibile alla trasmissione sessuale, con il 38,6% tra MSM, il 26,6% tra maschi eterosessuali e il 21,1% tra femmine eterosessuali. Inoltre, l’incremento più significativo negli ultimi anni si osserva proprio nella trasmissione eterosessuale, in particolare nella fascia d’età 40-49 anni.
Perché l’HIV è ancora visto come un tabù? Combattere lo stigma della sieropositività
Parlare apertamente di HIV è il primo passo per abbattere i tabù. Inoltre, esistono strumenti di prevenzione molto efficaci:
• PrEP (Profilassi Pre-Esposizione): un trattamento preventivo per persone HIV-negative a rischio, che riduce drasticamente la possibilità di infezione. Dal maggio 2023, è gratuito in Italia su prescrizione medica.
• PEP o PPE (Profilassi Post-Esposizione): una terapia d’emergenza che va iniziata entro 48 ore da un possibile contatto con il virus. Dura 28 giorni ed è gratuita nei Pronto Soccorso con reparto di malattie infettive.
Supporto e informazioni: come affrontare la malattia con serenità
Affrontare una diagnosi di HIV oggi non significa essere soli. Oltre ai progressi nella terapia, è fondamentale poter contare su una rete di supporto concreta e accessibile. Ecco alcuni strumenti utili:
- Numero verde nazionale HIV/AIDS:
800 861 061 – attivo dal lunedì al venerdì, dalle 13:00 alle 18:00.
Offre ascolto, consulenze personalizzate e informazioni aggiornate in modo gratuito e riservato. - Servizio email per persone sorde:
Scrivi a tvalis@iss.it per ricevere supporto dedicato, con risposte accessibili e inclusive. - Canali informativi online:
Il sito Uniticontroaids è presente anche su YouTube, Twitter e Skype.
Fornisce materiali aggiornati, testimonianze, campagne di sensibilizzazione e approfondimenti utili. - Supporto psicologico, sociale e legale:
È possibile accedere a servizi specifici tramite ospedali, associazioni territoriali e centri HIV. Ricevere sostegno mirato è fondamentale per la serenità di chi riceve la diagnosi e del suo contesto familiare o relazionale.
L’informazione corretta è la prima vera arma contro il virus. Conoscere i propri diritti, accedere alle cure e restare aggiornati permette di affrontare l’HIV con consapevolezza e senza stigma.
L’HIV non è più una condanna, ma l’ignoranza e lo stigma lo rendono ancora un problema sociale.
Articolo a cura di
Dr.ssa Francesca Favaro
Ricercatrice e science writer | Esperta in scienze cognitive e comunicazione scientifica