Igienizzare le mani utilizzando acqua e sapone o un gel disinfettante specifico è fondamentale per prevenire la diffusione di virus e batteri. E’ un gesto che grazie alla pandemia che abbiamo vissuta risulta quasi fondamentale nella vita di tutti i giorni. Ma sapevi che tutto questo prima veniva considerato utopia? Vediamolo insieme
Quando usiamo il lavaggio delle mani
Per evitare quindi la trasmissione di infezioni, le mani andrebbero lavate con acqua e sapone:
- prima di cucinare;
- prima di mangiare;
- prima e dopo essere andati in bagno;
- prima di dormire, ed in generale ogni volta che passiamo da un ambiente ad un altro;
- quando usciamo dal luogo di lavoro e ci mettiamo in macchina
- dopo aver utilizzato i mezzi pubblici al rientro a casa.
Talvolta però non è possibile eseguire l’igiene delle mani con acqua e sapone, arriva quindi in aiuto un prezioso alleato: il gel igienizzante mani, che ci permette di disinfettare le mani tutte le volte che è necessario.
Disinfettare le mani è un gesto importante per eliminare i microrganismi che possono essere trasportati facilmente al naso, alla bocca e agli occhi e trovare così una via di accesso per moltiplicarsi causando infezioni e malattie, tra cui anche l’infezione da Covid-19.
Un’intuizione geniale
L’osservazione di tale gesto così importante nel quotidiano è da attribuire al medico Ignác Fülöp Semmelweis . Nel 1844, ottenne un dottorato dall’Università di Vienna ,lavorò perciò nell’ospedale generale di Vienna. Si trattava di una struttura pubblica es era frequentata da studenti di medicina che dovevano eseguire quotidianamente numerose autopsie e, contemporaneamente, senza lavarsi le mani e cambiarsi il camice, dovevano anche assistere le partorienti. Adiacente alla clinica universitaria frequentata dai medici ve ne era una seconda frequentata solamente da infermiere ed ostetriche. Ricordiamo inoltre che fino alla fine del 1800 il medico operava per conto di Dio ,quindi le sue mani secondo il concetto sociale del tempo erano guidate da una mano spirituale, quindi era impensabile considerare l’opzione del lavaggio delle mani tra una pratica e l’altra.
Il problema affrontato da Semmelweis.
Quando Semmelweis prese servizio la mortalità puerperale era molto alta e le puerpere avevano febbre elevata. Molte donne per paura quindi preferivano partorire per strada piuttosto che correre i rischi che comportava varcare la porta di quella clinica.
L’intuizione di Semmelweiss ebbe origine da due osservazioni: notò che un suo caro amico e collega era deceduto dopo essersi ferito durante un’autopsia del cadavere di una delle puerpere ed aveva riportato gli stessi sintomi della febbre puerperale.
La seconda osservazione era ancora più evidente, riscontrò che la mortalità puerperale era decisamente più bassa nel reparto gestito dalle sole ostetriche (3-4%) rispetto che in quello gestito dai medici (11%). L’unica differenza fra i due reparti consisteva solo nel fatto che infermiere e ostetriche non assistevano alle dissezioni dei cadaveri.
La proposta di soluzione al problema riscontrato
Sulla base di queste osservazioni Semmelweis impose ai medici e agli studenti di lavarsi le mani con ipoclorito di calcio dopo aver eseguito le dissezioni anatomiche e comunque sempre prima di assistere una partoriente.
Dopo il periodo di sperimentazione, durato alcuni mesi, il numero delle morti puerperali diminuì vertiginosamente avvicinandosi alla percentuale rilevabile nel reparto delle ostetriche.
Nonostante i risultati viene reputata una follia
Dopo i suoi studi sul fenomeno Semmelweis venne insultato dal mondo accademico e dai colleghi, nonostante l’evidenza statistica, per aver costretto i medici ad una pratica indecorosa, priva di alcun fondamento reale dato che “è ridicolo lavarsi le mani per qualcosa che non si vede” e anche perché le puerpere “venivano chiamate a lasciare questo mondo dal Buon Dio e non per colpa dei medici”.
I medici non vollero lavarsi le mani e cambiare il camice nel passare da un reparto all’altro, incuranti che i decessi tra le puerpere tornassero alti e Semmelweis venne privato di una posizione accademica ma non si arrese.
Scrisse molte lettere a colleghi dentro e fuori l’impero senza essere, però, mai compreso.
Semmelweis cadde in depressione.
Un successo compreso troppo tardi
Qualche anno dopo Louis Pasteur dimostrò che sono alcuni patogeni a provocare la febbre puerperale .Successo che non venne riscattato dal povero Semmelweis poiché venne rinchiuso in un istituto per malati mentali a Vienna dove morì il 13 agosto 1865 probabilmente in seguito alle infezioni provocate dalle percosse delle guardie.
Oggi sembra essere un gesto spontaneo ma in passato non era così. Grazie anche al povero medico incompreso di Vienna abbiamo ridotto drasticamente negli anni il rischio di morte da infezioni
Ricordiamo infatti : LAVARSI LE MANI PIU’ DI 10 VOLTE AL GIORNO PUO’ RIDURRE FINO AL 55% LA DIFFUSIONE DEL VIRUS