Neuroscienza e Social: 3 effetti che TikTok ha sul nostro cervello

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Social e TikTok

Andando verso il tramonto del 2025 ci ritroviamo in una società in cui l’utilizzo dei social è sempre più diffuso. Tanto i giovani quanto gli adulti sono ormai muniti di numerose piattaforme social che sono entrate a far parte della loro quotidianità.

Instagram, Facebook, X e, soprattutto, la diffusissima TikTok. Questi sono solo i nomi più noti delle applicazioni su cui ormai facciamo affidamento per quasi ogni aspetto della nostra quotidianità: che sia rimanere in contatto con amici e familiari, aggiornarsi sulle notizie del giorno, trovare lavoro o anche semplicemente ritagliarci del tempo per rilassarci.

In questa società sempre più digitalizzata urge, però, informarsi su quali siano gli effetti concreti che il vasto utilizzo di queste piattaforme ha sul nostro cervello e, soprattutto, sul cervello in via di sviluppo dei più giovani.

Nella sede di questo scritto ci concentreremo primariamente sulla piattaforma più utilizzata dalle menti in via di sviluppo delle generazioni più giovani, ovvero TikTok.

Il social, di matrice orientale, ha fatto il suo approdo nei telefoni di tutti noi nel 2017 e, da quel momento, si è diffuso sempre di più sino a diventare tra le piattaforme più utilizzate in assoluto. Il format è semplice quanto geniale: una serie di contenuti in formato video, che si susseguono l’uno all’altro e che, mano a mano, si plasmano sui desideri e gli interessi dell’utente. Sono video estremamente brevi (anche se ultimamente il tempo di durata è stato allungato sino a dieci minuti) che hanno lo scopo primario di intrattenere.

La piattaforma è nata con lo scopo di intrattenere attraverso brevi balletti e contenuti musicali, ma nel tempo si è evoluta ed ora ospita i contenuti più disparati: dal dibattito politico, ai video di teneri animaletti, quella che viene chiamata For You Page, diventa veramente Per TE e si adatta a qualsiasi tuo interesse.

La domanda che la neuroscienza si pone, in questo frangente, è: quali sono gli effetti, a breve e lungo termine, che il costante utilizzo di TikTok ha sul nostro cervello? Proviamo a rispondere concentrandoci sui 3 effetti principali.

https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC11717542/: Neuroscienza e Social: 3 effetti che TikTok ha sul nostro cervello

Alterazione del Sistema Dopaminergico

Logo TikTok

TikTok stimola intensamente il sistema di ricompensa del cervello attraverso il rilascio di dopamina, causando cambiamenti nell’attività cerebrale nella corteccia prefrontale.

Il formato dei video brevi (15-60 secondi) crea quello che i ricercatori chiamano “variable ratio reinforcement schedule” – una programmazione di rinforzo che è particolarmente efficace nel creare dipendenza. Alcuni studi con scansioni PET mostrano che gli utenti che utilizzano in maniera particolarmente intensiva la piattaforma hanno livelli più bassi di recettori D2 della dopamina, molto simili a quelli che si osservano nei soggetti con dipendenza da sostanze.

  • Il meccanismo biologico: TikTok sfrutta il sistema di ricompensa del cervello attraverso il rilascio di dopamina, principalmente nell’area segmentale ventrale (VTA) e nel nucleus accumbens. La dopamina non viene rilasciata solo quando riceviamo una ricompensa, ma anche nell’anticipazione della stessa. TikTok capitalizza su questo meccanismo attraverso l’algoritmo “For You Page” che crea aspettative imprevedibili;
  • Il pattern di rinforzo variabile: ogni “swipe” verso l’alto è come tirare la leva di una slot machine – non sai mai quando arriverà il video “perfetto” che ti farà ridere, emozionare o sorprendere. Questo “variable ratio reinforcement schedule” è estremamente efficace nell’indurre comportamenti compulsivi perché mantiene alto il livello di aspettativa dopaminergica;
  • Conseguenze a lungo termine: le scansioni PET rilevano che gli utenti presentano una minore capacità regolativa dei recettori D2 della dopamina, simile a quanto osservato nelle dipendenze da cocaina o alcol. Il cervello, sovrastimolato, riduce il numero di recettori per proteggersi, rendendo necessarie stimolazioni sempre più intense per provare lo stesso piacere. Questo spiega perché molti utenti riferiscono di aver bisogno di sempre più tempo su TikTok per sentirsi soddisfatti.
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC11804976/: Neuroscienza e Social: 3 effetti che TikTok ha sul nostro cervello

Compromissione dell’attenzione e controllo cognitivo

Le ricerche svolte dimostrano che l’intensità d’uso di contenuti video di breve durata è correlata alla diminuzione della soglia dell’attenzione.

TikTok riduce progressivamente la capacità di mantenere la concentrazione per periodi di tempo prolungati, creando quello che viene chiamato “TikTok brain” – una condizione caratterizzata da difficoltà nel mantenere una soglia dell’attenzione adeguata a dei compiti che richiedano un focus sostenuto.

Gli effetti si manifestano principalmente nell’amigdala, ovvero l’area cerebrale responsabile dell’elaborazione emotiva e del controllo degli impulsi.

  • Il “TikTok Brain”: la ricerca documenta come l’esposizione intensiva ai video brevi crei una forma specifica di deterioramento cognitivo chiamata “TikTok brain”, caratterizzata da iperattivazione e difficoltà nel controllo attentivo. Il cervello si adatta al formato ultra-breve e stimolante, perdendo progressivamente la capacità di processare informazioni che richiedono attenzione sostenuta;
  • Neuroplasticità negativa: l’esposizione continua a contenuti di 15-60 secondi riconfigura letteralmente le reti neurali dell’attenzione. La corteccia prefrontale dorsolaterale, responsabile del controllo esecutivo e dell’attenzione focalizzata, mostra una diminuita attivazione negli utenti assidui. Come se il cervello “disimparasse” a mantenere focus prolungati;
  • Impatti comportamentali misurabili: gli studi mostrano che gli utenti assidui di TikTok hanno difficoltà crescenti nel leggere libri o articoli lunghi, seguire lezioni universitarie senza distrarsi, completare compiti che richiedono concentrazione prolungata e tollerare momenti di “noia” o assenza di stimolazione;
  • Alterazioni nell’amigdala: l’amigdala, centro del controllo emotivo e degli impulsi, mostra iperattivazione negli utenti assidui. Questo si traduce in maggiore impulsività, reazioni emotive più intense e difficoltà nel controllo inibitorio – la capacità di “dire no” a se stessi.
https://www.sciencedirect.com/org/science/article/pii/S1462373025000203: Neuroscienza e Social: 3 effetti che TikTok ha sul nostro cervello

Attivazione del Default Mode Network (DMN)

Alcuni studi di neuroimaging dimostrano che i video personalizzati di TikTok attivano in maniera specifica le aree conosciute come di default mode network, ovvero la rete neurale che si attiva quando la nostra mente “vaga” liberamente.

Questa attivazione continua può interferire con i processi cognitivi superiori come la riflessione critica e la pianificazione. I video sono brevi e coinvolgenti e vanno dunque a creare dei momentanei “scoppi di emozioni” che instaurano un ciclo di gratificazione immediata che può portare allo sviluppo di comportamenti dipendenti.

Questo perché:

  • L’algoritmo presenta contenuti altamente personalizzati che risuonano con i nostri interessi più profondi;
  • La natura passiva dello scrolling permette alla mente di “vagare” mentre viene stimolata;
  • I contenuti brevi non richiedono elaborazione cognitiva complessa.

Questi meccanismi vanno ad influire su:

  • Pensiero critico: il flusso continuo di contenuti pre-digeriti riduce l’abitudine alla riflessione critica. Il cervello si abitua a ricevere informazioni senza doverle analizzare approfonditamente;
  • Creatività autentica: paradossalmente, nonostante TikTok sembri promuovere la creatività, l’iperattivazione del DMN può inibire la creatività originale. Il cervello viene costantemente “riempito” di stimoli esterni, riducendo lo spazio per l’elaborazione creativa autonoma;
  • Autoregolazione: si crea un ciclo di gratificazione immediata che interferisce con la capacità di regolazione emotiva e comportamentale;
  • Metacognizione: la capacità di “pensare sul pensiero” – fondamentale per l’apprendimento e la crescita personale – viene compromessa dall’eccesso di stimolazione esterna;
  • Il circolo vizioso: questi tre meccanismi si rinforzano reciprocamente: la disregolazione dopaminergica aumenta la ricerca compulsiva di stimolazione, che a sua volta compromette l’attenzione, rendendo ancora più difficile l’attivazione del DMN attraverso TikTok.
https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/limpatto-dei-social-sullo-sviluppo-cerebrale-cosa-dicono-gli-studi/: Neuroscienza e Social: 3 effetti che TikTok ha sul nostro cervello

Conclusione

In conclusione, i meccanismi neurobiologici che abbiamo brevemente spiegato nella sede di questo articolo spiegherebbero il motivo per cui molti utenti riferiscono di perdere la cognizione del tempo quando accedono a TikTok e di avere, poi, difficoltà a smettere di “scrollare“, passando di video in video senza soluzione di continuità. Questi fenomeni hanno basi neurologiche precise e misurabili. Dovrà essere, dunque, premura del singolo utente limitare l’utilizzo di questa piattaforma e integrare nella sua quotidianità delle attività che, di contro, tengano allenata la mente e alzino la media della soglia dell’attenzione, come ad esempio la lettura, lo studio o la visione di contenuti più estesi come film e serie TV.

E tu? Sei riuscito ad arrivare fino alla fine di questo breve articolo mantenendo alta l’attenzione? Se la risposta è “no” forse è arrivato il momento di rivedere la quantità di tempo passata sui social e ricominciare ad allenare la mente!

Sitografia

  • PubMed Central: “The TikTok Addiction Scale: Development and Validation”;
  • PubMed Central: “Social Media Algorithms and Teen Addiction: Neurophysiological Impact and Ethical Considerations”;
  • ScienceDirect: “Potential Effect of Short Video Usage Intensity on Short Video Addiction, Perceived Mood Enhancement (‘TikTok Brain’), and Attention Control among Chinese Adolescents”;
  • Agenda Digitale: “L’impatto dei social sullo sviluppo cerebrale: cosa dicono gli studi”.

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