Neuroscienze del sonno: dormire bene per pensare meglio

Neuroscienze del sonno: meccanismi e 6 funzioni del dormire bene che curano il cervello

Tabella dei Contenuti

Di Maria Caso

“Dormire bene migliora la salute”. Non è solo un cliché o il frutto dell’antica saggezza popolare. Oggi le neuroscienze del sonno dimostrano quanto il riposo del cervello sia fondamentale per migliorare il benessere generale dell’individuo. Ciò che più di tutto incuriosisce è che il sonno, prodotto e controllato dal cervello, abbia un impatto importante sul cervello stesso.

Ma cosa succede davvero al cervello mentre dormiamo? E quali sono i motivi per cui dormire bene migliora la salute del cervello?

In questo articolo sulle neuroscienze del sonno, scopriremo come funziona il cervello durante mentre dormiamo e quali benefici arreca il riposo al sistema nervoso e non solo.

Neuroscienze del sonno: cosa sono e come funziona il cervello mentre dormiamo?

Le neuroscienze del sonno sono una branca delle neuroscienze che studia come e perché il nostro cervello ha bisogno di riposo. Non si tratta solo di “spegnere la mente” per qualche ora: il sonno è un processo attivo, regolato da meccanismi complessi che coinvolgono aree cerebrali, ormoni e circuiti neuronali.

Durante il riposo, il cervello lavora intensamente per consolidare la memoria, regolare le emozioni, eliminare tossine e mantenere l’equilibrio cognitivo.

Ma quali sono i meccanismi biologici e le fasi che attraversa il cervello durante il sonno?

Sonno REM e non-REM: le fasi che si alternano

Prima di conoscere le fasi del sonno, è essenziale sottolineare che il cervello, in quanto organo fondato sulla trasmissione di impulsi elettrici, è dotato di onde cerebrali, che assumono forme e intensità diverse a seconda dello stato e delle funzioni in atto.

La neuroscienza del sonno ci spiega in che modo queste onde determinano lo stato e il funzionamento del cervello mentre dormiamo.

Veniamo, dunque, alla struttura del sonno. Durante la notte, il nostro cervello attraversa diversi cicli, della durata di circa 90 minuti, che si ripetono più volte.

Ma da cosa sono generati questi cicli? Dal susseguirsi di due fasi.

Sonno non-REM (Non-Rapid Eye Movement)

È la fase più profonda e rigenerante e si articola, a sua volta, in 3 stadi:

  • Stadio 1: passaggio da veglia a sonno. Le funzioni corporee rallentano, i muscoli si rilassano e l’intensità delle onde cerebrali diminuisce.
  • Stadio 2: sonno leggero. Respiro, battito cardiaco e temperatura diminuiscono; i movimenti oculari scompaiono.
  • Stadio 3: è il momento di sonno profondo, necessario a dare quella sensazione di riposo al mattino. Le onde cerebrali rallentano ulteriormente, insieme a battito cardiaco e respiro, i muscoli sono rilassati totalmente.

Nel complesso, durante la fase non-REM, il corpo rallenta e, con esso, anche il cervello. Quest’ultimo si dedica alla riparazione cellulare e alla riorganizzazione delle informazioni acquisite durante il giorno. È fondamentale per la memoria a lungo termine e per il recupero fisico.

Sonno REM (Rapid Eye Movement)

Il cervello è molto attivo, quasi quanto durante la veglia. Gli occhi si muovono velocemente, le funzioni corporee aumentano e i muscoli diventano quasi paralizzati. Durante questa fase, si verificano la maggior parte dei sogni.

Durante il sonno REM, inoltre, il cervello si occupa di elaborare emozioni, rafforzare le connessioni neurali e integrare le esperienze vissute.

Ma come fa il nostro corpo a sapere e segnalarci quando è il momento di dormire?

Ritmi circadiani 1
Ritmi circadiani

I ritmi circadiani e l’omeostasi sonno veglia

A determinare il passaggio tra sonno e veglia, sono due meccanismi biologici principali:

  • i ritmi circadiani: cicli biologici di 24 ore regolati da un orologio interno. Essi monitorano e regolano funzioni quali ciclo sonno-veglia, pressione e temperatura corporea. Secondo la scienza e, in particolare, le neuroscienze del sonno, questi cicli sono influenzati dalla luce solare e da ormoni come la melatonina, che segnala al cervello quando è ora di dormire.
  • Omeostasi sonno-veglia: è un meccanismo che regola l’equilibrio tra sonno e veglia, aumentando la sonnolenza per ogni ora di veglia e viceversa.

Quando questi meccanismi sono ben sincronizzati, ci sentiamo energici al mattino e pronti a rilassarci la sera.

Ma se uno solo viene alterato, ad esempio da stress, turni di lavoro notturni o uso eccessivo di dispositivi elettronici,  può compromettere la qualità del sonno e, di conseguenza, la salute del cervello e dell’intero organismo.

In sintesi, le neuroscienze del sonno ci mostrano che dormire bene non è solo un bisogno fisiologico, ma un pilastro fondamentale per il funzionamento ottimale del cervello.

Comprendere, quindi, le fasi del sonno e il ciclo circadiano ci aiuta a migliorare le nostre abitudini e a proteggere il nostro equilibrio mentale.

Dormire bene: 6 funzioni del sonno che proteggono il cervello e non solo

Dopo aver compreso i meccanismi che regolano il cervello durante il sonno, entriamo nel vivo della questione e vediamo in che modo le neuroscienze del sonno spiegano i benefici del dormire bene sul sistema nervoso centrale.

Come abbiamo visto, le ore di sonno rappresentano un autentico toccasana per il cervello. Durante il riposo, infatti, la mente rielabora le esperienze vissute nella veglia e consolida le informazioni acquisite. È un po’ come accade con un computer: ogni tanto ha bisogno di essere ripulito, riordinato e aggiornato. Allo stesso modo, il cervello necessita di una fase di “manutenzione” per funzionare al meglio.

Le neuroscienze del sonno ci insegnano che questo processo può avvenire solo quando le attività cognitive ordinarie vengono temporaneamente messe in pausa: un vero e proprio stand-by, che consente al cervello di rigenerarsi e ottimizzare le sue funzioni.

Ma quali sono le 6 funzioni principali che favoriscono la protezione del cervello durante il sonno? Cosa accade esattamente e come agisce il riposo notturno?

1. Sonno e memoria

Durante il sonno N-REM, il cervello seleziona, organizza e consolida le informazioni apprese durante il giorno. Questo processo rafforza le connessioni sinaptiche e migliora la memoria a lungo termine. Dormire bene è quindi essenziale per creare e rafforzare i ricordi.

A sostegno di questa teoria, alcuni studi di neuroscienze del sonno dimostrano come i riposini giornalieri nella prima infanzia siano finalizzati al consolidamento della memoria: con il passare degli anni, l’omeostasi sonno-veglia interrompe la necessità di questi continui momenti di riposo, in favore di un sonno notturno prolungato.

2. Ripristino delle funzioni cerebrali

Le più recenti ricerche di neuroscienze del sonno hanno dimostrato che, mentre dormiamo, si attiva il sistema glinfatico, responsabile dell’eliminazione delle tossine accumulate nel cervello, tra cui la beta-amiloide, associata a malattie neurodegenerative. Questo “lavaggio notturno” è fondamentale per mantenere il cervello sano e reattivo e prevenire malattie neurologico da accumulo e invecchiamento cellulare.

Sonno e concentrazione
Sonno e concentrazione

3. Miglioramento della concentrazione e produttività mentale

Il sonno è stato recentemente associato al miglioramento di molteplici funzioni cognitive. Un sonno regolare, sincronizzato con il ciclo circadiano, migliora l’attenzione, la velocità di elaborazione mentale e la capacità decisionale. La privazione di sonno, invece, compromette la lucidità e aumenta il rischio di errori cognitivi.

Nello specifico, le neuroscienze del sonno dimostrano come dormire bene migliori la performance nello studio e nel lavoro. Il cervello riposato è più efficiente, creativo e capace di risolvere problemi.

Per tutti questi motivi, la qualità del sonno incide direttamente sulla produttività mentale e sulla capacità di pensare in modo strategico.

4. Sonno e salute mentale: regolazione emotiva

Durante il sonno, il cervello elabora le emozioni sia positive che negative. In particolare, alcuni studi di neuroscienze del sonno provano che gli eventi emotivi positivi sembrano essere trattenuti più a lungo, se consolidati durante il riposo.

Tuttavia, sia la fase REM che quella non-REM risultano particolarmente attive nel consolidamento delle emozioni negative. Il motivo potrebbe essere legato alla tendenza del nostro sistema psichico di mantenere l’equilibrio emotivo ed elaborare proprio le emozioni negative. Ciò sarebbe utile sia per questioni di sopravvivenza, sia per evitare il permanere di uno stato emotivo negativo.

Secondo questa prospettiva, dormire bene aiuta, quindi,  a gestire lo stress, favorisce la resilienza emotiva e riduce il rischio di disturbi dell’umore.

5. Sonno e plasticità cerebrale

Le neuroscienze del sonno dimostrano che il sonno favorisce la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di creare nuove connessioni e adattarsi ai cambiamenti. Mentre dormiamo, infatti, oltre al consolidamento e miglioramento delle funzioni cognitive, si verifica  un rafforzamento delle connessioni cerebrali. Questo processo è cruciale per lo sviluppo cognitivo, la creatività e il recupero da traumi o stress. Ed è la base di apprendimento e memoria.

6. Sonno e coscienza: un legame che affascina

Forse la funzione più affascinante è quella che lega il sonno alla coscienza.

La coscienza è l’esperienza soggettiva che ciascuno di noi vive. Fatta di percezioni, emozioni e pensieri, risulta imperscrutabile agli altri e inafferrabile anche alla ricerca scientifica. Per questo motivo, si tratta di una dimensione del nostro essere che da sempre affascina persone comuni ed esperti di neuroscienze del sonno.

Oggi sappiamo che, nonostante non siamo vigile, mentre dormiamo, la coscienza è ugualmente presente, ma cambia forma, dando vita ai sogni: immagini, pensieri ed emozioni prendono formo durante il sonno, anche quando non ne custodiamo alcun ricordo.

Ma perché la coscienza durante il sonno gioca un ruolo fondamentale per la salute del cervello? L’attività onirica mediata dalla coscienza favorisce le funzioni di consolidamento dei ricordi e delle emozioni e la rielaborazione delle esperienze, contribuendo, in definitiva, al benessere mentale.

In sintesi, il sonno è il primo alleato della mente e delle funzioni cerebrali. Le neuroscienze del sonno oggi confermano che dormire bene non è un lusso, ma una necessità biologica per pensare meglio, vivere meglio e proteggere il nostro cervello nel lungo termine.

Privazione del sonno 1
Privazione del sonno: utilizzo di schermi luminosi

Privazione del sonno: conseguenze e strategie per dormire meglio

Se è vero che il sonno favorisce funzioni fondamentali per la salute del cervello, è altrettanto vero che la privazione del sonno sia deleteria. La mancanza di sonno non si limita a causare stanchezza: è un vero e proprio sabotaggio silenzioso alla salute mentale, cognitiva e dell’intero organismo.  

Le neuroscienze del sonno hanno dimostrato che dormire meno di 6 ore per notte in modo cronico può alterare il funzionamento della corteccia prefrontale, l’area del cervello responsabile del pensiero critico, della pianificazione e del controllo emotivo.

Di seguito, una panoramica delle possibili conseguenze della privazione del sonno:

  • Stress e disregolazione emotiva: la privazione di sonno amplifica la risposta dell’amigdala, centro delle emozioni, rendendoci più reattivi e meno capaci di gestire lo stress. In pratica, il cervello privato di sonno interpreta anche piccoli problemi come minacce gravi.
  • Calo cognitivo e “effetto jet lag cerebrale”: dormire poco influisce sulla memoria di lavoro, sulla concentrazione e sulla velocità di elaborazione mentale. Alcuni studi hanno paragonato gli effetti cognitivi della privazione di sonno a quelli di un tasso alcolemico di 0,08%, il limite legale per la guida in molti paesi.
  • Rischio di malattie neurologiche: come abbiamo visto, il sistema glinfatico si attiva per rimuovere dal cervello le proteine tossiche. Se questo processo viene interrotto frequentemente, aumenta il rischio di accumulo di beta-amiloide e altre proteine, associate a demenza e malattie neurodegenerative. Dormire male oggi può significare compromettere la salute cerebrale di domani.

Strategie per dormire meglio: neuroscienze del sonno applicate alla routine

Dormire bene è una competenza che si può allenare. Le tecniche per dormire bene non si limitano a spegnere le luci: coinvolgono abitudini, ambiente e persino alimentazione. Ecco alcune strategie basate su evidenze scientifiche, con qualche suggerimento sorprendente.

  • Igiene del sonno: più che una stanza buia, mantieni orari regolari, anche nel weekend. Inoltre, evita schermi luminosi almeno 60 minuti prima di dormire.
    Una curiosità: la temperatura ideale per dormire è tra i 16°C e i 19°C. Il raffreddamento corporeo stimola la produzione di melatonina.
  • Routine serale: il cervello ama la prevedibilità. Crea rituali rilassanti: lettura, meditazione, stretching leggero. Evita attività stimolanti come rispondere alle email o aprire discussioni.
    Una tecnica poco nota? Il “body scan” (scansione corporea): una pratica di mindfulness che riduce l’attività cerebrale e facilita l’ingresso nel sonno profondo.
  • Alimentazione: il sonno comincia a tavola. Evita caffeina e alcol nelle 4–6 ore prima di dormire e preferisci alimenti come mandorle, avena e banana, che aiutano la sintesi di melatonina. Sapevi che il kiwi è uno dei frutti più efficaci per migliorare la qualità del sonno, grazie al suo contenuto di serotonina?
  • Ambiente: il cervello percepisce ogni dettaglio.
    Usa tende oscuranti e riduci i rumori. Rendi, inoltre, il tuo ambiente confortevole, utilizzando profumi naturali e con effetti sedativi, come lavanda e bergamotto. Inoltre, destina la camera da letto a riposo e relax ed evita di utilizzare dispositivi elettronici o dedicarti al lavoro nell’ambiente in cui dormi. Il cervello associa ogni spazio ad uno stato mentale.

Conclusioni: il sonno come alleato invisibile del cervello

Alla luce delle evidenze neuroscientifiche, è chiaro che il sonno non sia un semplice stato passivo, ma un processo attivo e sofisticato che svolge funzioni vitali per la salute del cervello. Dalla consolidazione della memoria alla regolazione emotiva, dalla pulizia neurochimica alla stimolazione della neuroplasticità, dormire bene è una condizione imprescindibile per pensare meglio, apprendere in modo efficace e mantenere l’equilibrio mentale e la salute futura del cervello.

In un’epoca in cui la produttività è spesso anteposta al riposo, riscoprire il valore biologico e cognitivo del sonno è una forma di prevenzione e cura. Le neuroscienze del sonno ci invitano a considerare il riposo non come una perdita di tempo o un nemico della produttività, ma come una tecnologia naturale che il cervello utilizza per rigenerarsi.

Contribuisci anche tu a diffondere consapevolezza sul sonno e sulla sua importanza nelle attività quotidiane! Condividi questo articolo e partecipa attivamente alla divulgazione sulle neuroscienze del sonno!

Bibliografia e sitografia 

Scritto da Maria Caso – MSc Neuroscienze, Junior Copywriter

Cerca ora il professionista sanitario a Domicilio su Fastcura!

Cerca ora il professionista a domicilio nel tuo territorio!

Troviamo gratuitamente noi per te il professionista ideale!

Contattaci su Whatsapp!

Inserisci i dati richiesti e specifica cosa cerchi e troveremo per te gratuitamente il professionista sanitario a domicilio. Aprirai direttamente una chat su Whatsapp con un nostro consulente!